L’ora X per i mercati finanziari ma sta per arrivare anche per il ministro Pier Carlo Padoan che, su questi mercati, ha giurisdizione. Il prossimo anno anche l’Italia dovrà recepire Mifid2, la nuova disciplina europea per i servizi finanziari che potrebbe fare saltare alcuni delicati equilibri: è di 23 miliardi di euro l’anno l’ammontare dei risparmi degli italiani che vanno nelle tasche di chi vende “allo sportello” prodotti finanziari e ha la relazione diretta con il cliente. I distributori percepiscono circa due terzi delle commissioni (in gergo: retrocessioni) pagate dai loro clienti, solamente il resto va a chi confeziona e gestisce i prodotti finanziari. In pratica si tratta di una rendita di posizione di chi ha la relazione diretta con il cliente. Il ministro ha più volte messo sotto la lente questa distorsione del mercato e adesso l’Europa sembra dargli ragione. Questa rivoluzione non solo cambierà il rapporto tra il cliente-investitore e chi gli vende i prodotti fi nanziari, ma anche aprirà le porte a nuove fi gure di consulenti: commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro. Quindi si potrà andare dall’avvocato, non per incominciare una causa ma per chiedergli aiuto sui propri investimenti e la stessa cosa per i commercialisti, che, oltre alla denuncia dei redditi, potranno offrire anche assistenza su come gestire risparmio e capitale. Insomma, oltre alle tradizionali banche e società di gestione, entrano nel mercato nuovi protagonisti. Sono pronti questi liberi professionisti, che fi nora si sono occupati di contenziosi legali, delle problematiche sul lavoro e dei lacci e lacciuoli fi scali, a sostenere i loro clienti-investitori nei rapporti con gli intermediari e soprattutto a fare loro trarre profi tto reale dagli investimenti? Ed è pronto il ministro Padoan a supportare questa svolta? ItaliaOggi ne ha parlato con Roberto Berardi, che ha fondato la prima associazione (My mind My investment) che si propone di affi ancare i liberi professionisti in questo nuovo ruolo.
Domanda. Sono preparati i commercialisti e gli altri professionisti a svolgere questa delicata funzione di consulenza?
Risposta. Non ancora. Non hanno mai affrontato questo tipo di mercato. Invece potranno aiutare il cliente a difendere i suoi interessi, ad operare le scelte necessarie per portare a casa i risultati dell’investimento, senza per altro trasformarsi o sostituirsi agli esperti fi nanziari. Il mondo fi nanziario è complesso, colmo di insidie e con operatori che, a volte, non sono orientati al solo interesse del cliente. È questo il ruolo importante e nuovissimo che i professionisti potranno ricoprire.
D. Quali saranno i maggiori vantaggi per gli investitori?
R. La nuova norma, Mifid 2, rafforza la tutela degli investitori retail, definendo le caratteristiche del servizio di consulenza, indipendente e non. Inoltre impone di acquisire informazioni certe su conoscenza ed esperienza del cliente in materia di investimenti, sul tipo di prodotto o servizio che viene offerto, la situazione fi nanziaria dell’investitore, gli obiettivi d’investimento e la scelta di strumenti adeguati alla sua condizione. Quindi su tutto ciò che defi nisce la sua capacità di sopportare eventuali perdite e la sua propensione al rischio. Il professionista, che è indipendente e non ha rapporti con gli intermediari, può interagire col cliente in modo che egli sia in grado di gestire consapevolmente i suoi comportamenti e consentirgli di raggiungere il profi tto.
D. Quali sono i punti qualifi canti della normativa?
R. Migliora le norme sull’adeguatezza attraverso il questionario con cui si valuta esperienza e conoscenza fi nanziaria dell’investitore e determina gli obblighi di comunicazione al cliente. Mifi d2 serve a regolare in modo trasparente il servizio di consulenza. Si dovrà comunicare se la consulenza è fornita su base indipendente o no e si dovrà fornire una valutazione periodica sull’adeguatezza degli strumenti raccomandati. Se la consulenza è indipendente si dovrà effettuare un’ampia ricerca di mercato e disporre di strumenti fi nanziari diversifi – cati. In particolare il consulente non potrà ricevere incentivi perché l’impresa può essere remunerata solo dal cliente e non, per esempio, con retrocessioni delle commissioni da parte dei fornitori di prodotto. Inoltre andrà comunicato al cliente il costo effettivo della consulenza.
D. Quali sono le tendenze attuali dei risparmiatori?
R. È in atto una grande migrazione dai titoli di Stato e obbligazioni, che propongono interessi sempre più bassi o vicini allo 0, verso il risparmio gestito. Non è detto che questo dipenda da cosa prediligono i risparmiatori, quanto dai prodotti che preferiscono collocare gli intermediari, che collocando il risparmio gestito hanno realizzato utili record nel 2014 e nei primi mesi del 2015. In altre parole, si sta passando da clienti che prima prestavano denaro comprando titoli e obbligazioni a clienti che investono acquistando azioni o fondi, quindi con profi li, rischio e dinamiche assolutamente diversi. Non so quanto tutte le persone ne siano pienamente consapevoli.
D. Cosa differenzia il risparmiatore Italiano rispetto a quello degli altri Paesi europei?
R. La quota di risparmio gestito totale sul portafoglio dei risparmiatori del nostro Paese è ancora abbondantemente inferiore a quello delle principali nazioni del Continente. Ci sono segnali di cambiamento ma siamo ancora un popolo di «prestatori». Questo cambiamento, però, per essere effi cace deve essere accompagnato da una sostanziale evoluzione culturale, dell’approccio e dell’atteggiamento dell’investitore. In questo ambito c’è molto spazio operativo per i professionisti.